Viaggio a piedi a Pantelleria, la Perla del Mediterraneo
Pantelleria è un concentrato di bellezza e di diversità… un’isola magica, ricca di sfaccettature e contrasti pittorici, fatta apposta per essere amata. Pantelleria è un continente in miniatura, che vanta anche un lago, una cima sopra gli 800 m, e oltre 50 coni vulcanici: dall’archeologia alla botanica, dalla geologia all’architettura, dal termalismo all’enogastronomia, in un collage di valli e altipiani, orli calderici e sciare di fuoco, boschi e coltivazioni, solcato dai sentieri del Parco Nazionale e avvolto dal più bel blu del Mediterraneo!
Tra dammusi e giardini panteschi (torri di pietra eretti a difesa d’un agrume), villaggi e lande selvagge, pozze termali e saune naturali, avrete solo l’imbarazzo della scelta, certi di compiacere anche il palato con le prelibatezze della cucina locale, inebriati dallo zibibbo e dall’inimitabile passito… accarezzati dallo scirocco, davanti a un tramonto africano!
I percorsi
Il Monte Gibele: questo percorso è un viatico per la conoscenza dell’isola, spaziando tra geologia, natura, storia, architettura, con tutti i temi del paesaggio rurale pantesco e scorci panoramici di grande suggestione. Tra le sue note più suggestive, spiccano: le vestigia del paesaggio contadino; il bosco sempreverde (ricco di lecci, pini marittimi, corbezzoli ed eriche arborescenti, con un sottobosco colmo di cisti, orchidee, lupini blu e orobanche in primavera, ed un ricco campionario di funghi, durante la stagione autunnale); la batteria antiaerea delle II Guerra Mondiale; il belvedere, a 700 metri d’altezza; la Capperaia di Bonomo (un anfiteatro naturale, terrazzato dall’uomo e coltivato a capperi, viti, ulivi, frutteti, emblema del nostro paesaggio naturale antropizzato).
Lo specchio di Venere L’escursione svela la parte più selvaggia dell’entroterra, viaggiando intorno all’impervio Gelfisèr e alla sua sciara di fuoco, con una sorprendente alternanza di scenari, e scorci panoramici di grande impatto suggestivo, in un susseguirsi di salite e discese. L’habitat del Lago, uno specchio d’acqua di origine calderica, alimentato da fonti freatiche, marine e termali (con sorprendenti endemismi vegetali e animali). Le sorgenti d’acqua calda del lago sono una cosa unica dove immergersi è meraviglioso.
Grotta del Bagno Asciutto di Benikulà e la Favara Grande: una spaccatura nella lava da cui fuoriescono vapore acqueo, metano, zolfo ecc., in cui sostare per una sauna naturale. Nelle vicinanze il percorso porta al Passo del Vento (una contrada stretta tra i fianchi della Montagna Grande e alcuni coni vulcanici, ove il vento assicura refrigerio anche nelle giornate più soleggiate); la Fossa del Rosso (un duomo lavico, alto 481 m, punteggiato da vestigia del II Conflitto Mondiale); U Fitènti (una landa ricca di argille e depositi sulfurei, dall’inconfondibile odore); ed inoltre la Favàra Grande (dall’arabo fawàra, cioè sorgente): il più importante fenomeno di vulcanismo secondario, caratterizzato da emissioni di vapore acqueo e altri prodotti della nostra geologia, che nel punto di emissione fuoriescono a 100 gradi di temperatura.
Il faro di Punta Spadillo e il Laghetto delle Ondine: è l’escursione più coinvolgente, per i contrasti pittorici e la scenografia aspra e senza compromessi, con il mare sullo sfondo, sempre più vicino al percorso. Un sentiero lungo il mare, tra scorci mozzafiato a picco sul blu e scogliere color colore antracite, cinte di verde dalla macchia mediterranea e punteggiate da vestigia di una batteria antiaerea e antisbarco della II Guerra Mondiale; un saliscendi coast to coast su roccia e gradini di pietra, tra spettri, neri come la notte, frutto della penultima eruzione di 7.900 anni da per arrivare al Laghetto dello Ondine , questa piscina dai mielle azzurri , creata dalle onde del mare , dove immergersi è meraviglioso.
Kùddia Mida e Montagna Grande: dopo una prima ascesa nel piccolo cono ancora fumante di Kùddia Mida, col magnifico belvedere sul Lago e la costa nord, vi perderete tra le mille infiorescenze della primavera, tra cui la preziosa Serapide cossyrensis (l’orchidea endemica di Pantelleria). L’escursione attraversa il bosco sempreverde, ricco di pini, lecci, corbezzoli ed eriche arborescenti, con un fitto sottobosco di mirto, rosmarino, muschi, felci, e funghi (in autunno). Uno stretto e verdissimo sentiero di montagna sale sul crinale tagliafuoco fino agli 836 m, tra scorci panoramici di grande effetto fino al Bosco degli Elfi, tra vestigia pastorali ferme nel tempo, ammantate di felci, muschi, licheni e calle selvatiche…e Elfi che si nascondono in questo bosco particolare.
Balata dei Turchi: questo itinerario percorre la parte meridionale dell’isola, verso la costa per raggiungere Balata dei Turchi, un tempo scalo naturale utilizzato dai pirati è oggi una bellissima baia con una suggestiva colata lavica che degrada sul mare e circondata da imponenti scogliere a strapiombo su un mare cristallino.
Quando andare, dove dormire, cosa mangiare
Pantelleria è bella tutto l’anno, naturalmente in primavera diventa di mille colori, la fioritura è unica ……rossi, gialli, viola, azzurri,…..orchiedee, ginestre, cisti, , lupini blu e orobanche
ed a settembre, ottobre? … lo zibibbo la fa da padrone, ma quanto bello è camminare tra i vigneti?
Dove dormire: naturalmente nei dammusi , le tipiche abitazioni locali di pietra lavica!
Una delle cose di cui vi innamorerete a Pantelleria è il cibo! Dal cous cous pantesco alla pasta L’ammogghio che è la parola in dialetto per dire “pesto pantesco” e si tratta di un pesto a base di pomodori freschi, aglio, origano, sale e olio, ai ravioli dalla pasta sottile con all’interno tumma e menta fresca… e il bacio pantesco che è il dolce per eccellenza di Pantelleria! Una volta che lo assaggerete difficilmente riuscirete a rinunciarvi.
Luoghi caratteristici
Grotta del Bagno Asciutto di Benikulà:, una spaccatura nella lava da cui fuoriescono vapore acqueo, in cui sostare per un bagno turco.
Gadir: le sorgenti d’acqua calda, dove immergersi anche d’inverno.
Le cantine: oltre 30 cantine nell’isola a produrre il liquido d’oro, ossia lo Zibibbo e il famoso Passito.
I libri
IL LIBRO DELL’ISOLA DI PANTELLERIA di Angelo D’Aietti